Alambicchi, mortai, veleni estratti dalle piante. Arti e saperi antichi, magia, e poi l'alchimia e la scienza farmaceutica...
Da sempre le erbe e il loro utilizzo hanno stimolato non solo gli studi di botanici e scienziati, ma anche l'immaginario delle più grandi "penne" del giallo e del noir: al pubblico di questi generi forse i nomi Chondrodendron tomentosum, Conium maculatum, Strychnus nux-vomica non diranno granché, ma certo i veleni estratti da queste piante, il curaro, la cicuta, la stricnina, per non parlare del cianuro, ricavato da numerose specie vegetali, o droghe come l'assenzio o la belladonna, hanno fatto scorrere fiumi di inchiostro. Contaminazioni, dunque tra arte e scienza, tra pensiero razionale e immaginario, tra dato e pensato, tra luoghi fisici e luoghi della mente. Già i racconti di Criminalcivico dell'edizione 2006, rappresentati al Museo Civico dalla Compagnia dell'Attimo, avevano incontrato grande successo proprio per il fondersi di queste molteplici nature. Quest'anno poi, in occasione della mostra "Quando l'arte serviva a curare. Erbari e piante officinali tra arte e scienza" in collaborazione con Aboca Museum, nei racconti inviati dagli scrittori al sito Orient Express selezionati per le rappresentazioni e per questa antologia, sono le piante, con il loro fascino e le loro proprietà, a farla da protagoniste e a sfidare l'istinto da detective del nostro pubblico. Un libro, in collaborazione tra Museo e Biblioteca civica, che contribuisce a sedimentare emozioni e a far crescere stimoli, affiancando giovani autori e maestri del mistero. I "crimini al civico", dunque, per il 2007, si tingono di verde.
(Claudia Beretta, Museo Civico di Rovereto)